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  • Immagine del redattoreDaniele Levis

È questione di sguardi

Aggiornamento: 18 mag 2020


Se la crescita di un bambino è accompagnata dallo sguardo affettuoso di una persona a lui vicina, egli può restituire quanto ha ricevuto: possiede la forza di uno sguardo vitale che, nell'adulto, diviene la forza di stabilire dei rapporti.

(Peter Schellenbaum)


Può sembrare strano ma di questa cosa me ne sono reso conto solamente tenendo in braccio la mia terza bambina appena nata… sarà che, forse, prima la davo per scontata.

Mi ha colpito della piccola Zoe, fra le tante sue fragili e morbide bellezze, l’incrociare gli occhi verso la punta del suo naso. Uno sguardo al quale accompagnava un buffissimo posizionamento delle labbra, come se stesse per sussurrare una “U” di sorpresa, di scoperta, di stupore.

Già perché il suo vedere era praticamente un miscuglio di ombre, luci e poco altro. Ecco allora che si sforzava di guardare la prima cosa che trovava sotto gli occhi: il suo naso. È lì che mettevo anche il mio di naso, ben meno carino e liscio del suo, è lì che sussurravo la ninnananna che avevo creato per lei, è lì che le parlavo, come se il suo nasino fosse in realtà il suo orecchio. Volevo in tutte le maniere essere visto da quegli occhietti storti.

Che bello poter parlare sottovoce a una creatura appena venuta alla luce, poterle dire quanto la ami e che ti sforzerai di essere un padre migliore. Poterle dire che la vita è piena di bellezze, anche nelle difficoltà. Poterle dire che lei è amata e che lo sarà per sempre. E tutto questo, dirlo con la consapevolezza che lei non capisce quello che dici, che lei di te vede solo qualche ombra e sfocatura, ma anche con la consapevolezza che lei sente quello che gli trasmetti; e in quel momento glielo stai trasmettendo con la tua voce dolce, con il tuo sguardo vicino e pieno d’amore, con le tue coccole, con tutto il tuo corpo, con tutto te stesso.

Quanto sarebbe bello essere capaci di fare questo sempre, tutta la vita, con i figli, con la nostra compagna o compagno, con i nostri fratelli e sorelle, con i nostri genitori. Poter prendere in braccio, poter prendere le mani della persona che abbiamo di fronte e dirle la verità del nostro cuore, quella che spesso resta nascosta a causa di chissà quale ottusa vergogna che ci siamo creati noi adulti.


Daniele Levis

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